vino

Alla scoperta della Calabria con le Cantine Lavorata

12 Giugno 2020

Un giorno ricevo una mail molto carina di un ragazzo, produttore vitivinicolo in Calabria, che voleva farmi conoscere i suoi vini. Beh, questa è stata una delle proposte più belle degli ultimi tempi, ma non perché sottovaluto altri vini e altre regioni, ma perché conosco poco la Calabria, e di conseguenza, conosco poco i suoi prodotti. L’unica persona che mi ha fatto aprire un po’ gli orizzonti, era Piero Romano della Fattoria San Sebastiano. Oltre ad aver fatto un meraviglioso press tour organizzato da lui alcuni anni fa, che ancora ricordiamo con le amiche mie, due anni fa mi aveva invitata a fare una cena russa nel suo ristorante, e con questa scusa mi ha fatto girare alcune cantine della zona e a scoprire i tesori che non conoscevo. Anzi, a breve mi arriverà un pacco sorpresa da parte sua, ma questa è un’altra storia.

Ritornando alla proposta. Lui si chiama Danilo Lavorata, e la sua azienda, Cantine Lavorata, si trova a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, a due passi da Riace dove, nel 1972, sono state ritrovate due statue, chiamate in seguito I Bronzi di Riace.
Anche l’azienda di Danilo è a conduzione famigliare, e ha le origini lontane: fondata a metà dell’800 dal suo bisnonno, è stata portata avanti con costanza dai suoi figli, nipoti e le loro famiglie.

Visto che dei vini calabresi so poco, ho studiato, e ho scoperto un bel po’ di cose interessanti.
Ad esempio, in Calabria ci sono più di 150 vitigni autoctoni, e che il vitigno italiano più importante e più diffuso, il Sangiovese, è di origini calabresi. Che sorpresa, eh? Le DOC più importanti sono Cirò e Bivongi, e i vitigni – Galioppo, Calabrese, Greco Nero e Greco Bianco. L’ultimo è stato impiantato dagli Antichi Greci nel 700 avanti Cristo, che oggi da origini consolo ai vini profumati e rinfrescanti, ma anche a un passito.

Fino ad oggi ho assaggiato solo tre vini: un bianco, un rosato e un rosso, ma ora mentre scrivo, mi è venuta voglia di assaggiarne un altro, ed ecco che ho appena stappato un Greco Bianco.

Anfisia vivace IGT Bianco (Greco Bianco)

 

Colore: giallo paglierino, con una bollicina finissima e persistente.
Naso: agrumi, pesca bianca, erba fresca
Bocca: mela verde, agrumato, note esotiche, un piacevole solletico al palato

Bivongi DOC Rosso Riserva 2015 (Galioppo, Greco Nero e Calabrese)

 

 

Colore: rosso rubino con i riflessi granato
Naso: cuoio, fumo, tabacco, frutta rossa, erbe mediterranee, rosmarino
Bocca: fresco, tannino giovane, affumicato, marmellata lamponi
Un blend fresco, per niente pesante, quasi atipico per il sud

Bivongi DOC Rosato (Galioppo, Greco Nero e Calabrese)

 

Colore: rosa cerasuolo profondo
Naso: prugna, frutta rossa matura e qualche nota speziata
Bocca: una freschezza inaspettata, una buona acidità, note di lamponi e di vaniglia

Greco Bianco IGT (Greco Bianco)

 

Colore: giallo paglierino con i riflessi verdognoli
Naso: agrumi, pesca bianca, sentori di menta
Bocca: riflette fedelmente il naso, fresco, agrumato, mela verde

Ora me ne mancano altri due, Greco Nero e Bivongi Bianco, ma sono sicura che sapranno piacermi.