Rozhdestvo è il Natale ortodosso
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Rozhdestvo è il Natale ortodosso

6 Gennaio 2010

Rozhdestvo è il Natale ortodosso

Domani, il 7 gennaio, in Russia si festeggia Rozhdestvo che è il Natale ortodosso. Anche se non sono credente, voglio raccontarvi un pochino quello che succedeva una volta nel paese, e visto che non sono credente e non lo festeggio di proposito perché non capito mai a Mosca in questo periodo, non ho le foto mie sull’argomento.

Una volta convertiti al Cristianesimo, i russi cominciarono a festeggiare il Rozhdestvo (il Natale) e la Paskha (la Pasqua). Naturalmente, tutte e due le festività erano precedute da lunghi digiuni, anche se ciò non impediva al popolo di godere gioiosamente i preparativi, soprattutto negli ultimi giorni. All’epoca l’inverno era il periodo più bello e più divertente dell’anno perché i lavori nei campi erano terminati, i raccolti sistemati e dal Natale e in poi iniziavano le feste.

In ogni izba venivano fatte le pulizie da cima a fondo, le donne sfornavano in continuazione i prjaniki e i piroghi, gli uomini macellavano i maiali. Alla vigilia, prima di andare in chiesa, ci si metteva a tavolo soltanto con l’arrivo del buio e si mangiava la kutja (kasha rituale a base di grano, orzo o riso) in bianco, cotta solo con l’acqua e dolcificata con un po’ di miele. Questa versione povera della vigilia si chiama il sochivo.

Invece una vera cena iniziava al ritorno dalla messa: tra bliny, insalate, pesce, borsch, piroghi e prjaniki, sul tavolo dovevano esserci dodici portate, né più né meno. La principale era ancora una volta la kutja, stavolta in versione ricca, con la panna, tanta frutta secca, il miele e le spezie.

 Kutja natalizia

1 tazza di grano (riso, orzo)
100 g di semi di papavero
100 g di noci sgusciate
50 g di uvetta
3 cucchiai di miele
2 tazze di acqua
½ tazza di panna
un pizzico di spezie miste a piacere ( vaniglia, cannella, chiodi di garofano)

– coprire il grano con l’acqua fredda e cuocere a fuoco basso finché non è molto tenero. 
– versare i semi di papavero nell’acqua bollente, farle ammorbidire, scolare l’acqua e pestare perché diventino una massa omogenea. Tritare le noci e ammollare l’uvetta.
– mescolare al grano la pasta di papavero, le noci tritate, l’uvetta strizzata, dolcificare con il miele, aggiungere le spezie e versare la panna. Raffreddare e servire.

 

La notte della vigilia le porte delle case erano aperte a tutti, ogni passante casuale o anche un vagabondo veniva invitato a tavolo, perché si credeva che avrebbe potuto essere Gesù in persona.
Ma solo il giorno dopo, il giorno di Rozhdestvo, terminavano tutte le limitazione legate al digiuno e sul tavolo si metteva tanta, ma tanta carne, soprattutto maiale, e poi il pollame, i salmoni e gli storioni interi arrostiti al forno e poi ancora… Però in mezzo a tutto quello bendiddio al centro del tavolo si trovava sempre un piatto particolare, il piatto principale del pranzo. Di solito era un’oca arrosto con le mele oppure un maialino da latte farcito con il grano saraceno. Insomma, questa era una vera festa dei golosi, seguita da alcune altre altrettanto belle, buone e divertenti come il Novy Gog (il Capodanno), il Kreschenije (l’equivalente dell’Epifania) fino all’ultima, la Masleniza (il Carnevale).

Il testo fa parte di quel mio libro sulla cucina russa scritto e non ancora pubblicato.

Questo è quello che succedeva prima, e adesso?.. Adesso tanta gente va alla messa (come in questo momento) e domani sicuramente si fa un bel pranzo, con un’oca o anatra arrosto. Non si usa di fare la cena della vigilia e non credo che le portate del pranzo sono 12, ma chissà?..

Sulla foto c’è la Cattedrale principale di Mosca, la Cattedrale di Cristo Salvatore, dove si svolge la funzione religiosa durante Rozhdestvo, il Natale ortodosso.