Marsala saline
eventi | personale | viaggi

I 3 giorni del Marsala Wine Festival 2013

31 Luglio 2013

Marsala salineGiorno 1

…Come al solito, inizia tutto in modo quasi scontato: ricevo da Anna Maria l’invito di andare a Marsala per un evento, ma siccome in quel weekend avevo già un impegno, rinuncio. Un pò mi dispiace. Poi di più, e ancora di più. Ma lo dico sempre, sono fortunata, perciò indovinate che succede?! Nemmeno due giorni dopo si annulla l’impegno preso in precedenza, non ci posso credere, e scrivo subito ad Anna Maria che se ero ancora in tempo, sarei venuta di corsa! Serve aggiungere altro?

Insomma, da lì è iniziata l’avventura, ma anche proprio dal mio essere impulsiva. Qui c’è da ridere: dopo che ho accettato, ma solo dopo un pò mi è venuta la leggittima domanda “Cosa dovrei fare?” Chiedo, ovviamente, aggiungendo che va bene qualunque cosa: cucinare, presentare, aiutare, persino lavare i piatti! La risposta è: “Dovresti semplicemente raccontare l’evento”. Fantastico. Ultimamente ho preso gusto raccontare gli eventi in diretta, “spammandoli” un pò ovunque, su instagram, twitter, facebook, foursquare ecc. Infatti, in questi giorni il cellulare va a fuoco, poverino, si scarica in meno di tre ore! E poi le storify e le foto, tante foto che si trasformano negli album. Adoro queste attività.

Visto che l’avevo definita “l’avventura”, ha continuato ad essere tale “grazie” ad un piccolo aeroplanino (saab 2000 di Darwin Airlines) che ho dovuto prendere sia all’andata che al ritorno, uno più piccolo di un pullman, non so se mi spego! Però, a parte le battutine e le preoccupazioni (esagerate, ma avevo voglia di giocare), è stato comodo e puntuale, e per la verità non ho nulla da ridire. La cosa divertente che all’andata eravamo in cinque sull’aereo per l’evento Marsala Wine (e l’aereo era mezzo vuoto), solo che nessuno di noi si conosceva in faccia, questa è stata la scusa per le espressioni di sorpresa all’uscita, intorno al nostro autista con il cartellone (che figo, mi piace essere accolta in questo modo!) “Oh, ma anche tu avevi preso quel volo?..”

Il percorso fino all’albergo è stato breve, un quarto d’ora, dopodiché abbiamo preso possesso delle nostre camere del… volevo dire “ecomostro”, ma non è definito tale, solo che in una piccola pittoresca e antica cittadina sul mare non riesco a concepire l’idea di un albergone enorme, quadrato, un pò anonimo. Il buono è che la gran parte del gruppo di giornalisti, blogger e byers alloggiavano tutti insieme.

Anche qui sono stata fortunata: la stragrande maggioranza aveva le camere senza balcone, che davano sulla strada dove si sentivano rumori delle macchine e dei condizionatori. La mia invece, all’ultimo piano (ok, era quarto, ma sempre ultimo!) dava sulla piscina. Si, ho combattuto con una mosca e un paio di zanzare, ma in compenso il personale è stato molto gentile, cordiale e disponibile. Peccato il caffé…

Ma basta parlare dell’albergo, parliamo di cose importanti. Vino.
Non sono sommelier, non ho mai fatto corsi ne studi professionali, ma lo amo più di ogni altra “bevanda” al mondo, bollicine in particolare. Qui qualcuno potrebbe “rinfacciarmi” il miei caffé quotidiani, ma sapete, iniziare una giornata con un calice di champagne non è niente male, e la vita la vedi subito en rose.

Il nostro programma era fitto-fitto, pieno di degustazioni (mi sono accreditata a tutte!) e presentazioni. All’inizio però pensavamo di avere occupato solo il pomeriggio: “Andiamo al mare, faccio il giro per la città, facciamo lo shopping, scopriamo i ristorantini, ci rilassiamo in piscina!..” Si, certo! Appena svegli, andavamo a fare visite e degustazioni in varie cantine, “ubriachi” dalle 10 del mattino, ed erano esperienze “dell’altro mondo”.Il primo giorno, data l’ora, siamo stati a visitare solo una cantina, Pellegrino, dove abbiamo fatto il primo full immersion nel Marsala, la sua storia, nei freschi e buii ambienti pieni di enormi botti di rovere, posizionati sulla ghiaia per mantenere costante la temperatura, botti colmi di oro liquido. Poi la degustazione di un paio di bianchi, di Marsala Rubino, ma il passito di Pantelleria (Pellegrino ha la cantina anche sull’isola) che è stato una rivelazione. Non amo vini dolci, assaggio se proprio devo (si fa per dire), ma questo aveva un qualcosa di particolare, di profondamente solare-salino, come ho scritto nel tweet, “al naso sa di acciughe sottosale, in bocca è delicatamente dolce salato”. Lo so, a volte faccio dichiarazioni discutibili, ma parlo delle mie sensazioni, mica devono essere per forza uguali alle vostre!

Notate bene la particolarità di Marsala: tutte le cantine storiche si trovano in città, praticamente al centro, ed è parecchio inusuale (e comodo).

Dopo la prima “infarinatura” al Marsala, siamo andati a pranzo in un’osteria carinissima, “Il Gallo e l’Innamorata”, dove lo chef Gabriele Li Mandri (che abbiamo conosciuto in seguito) ci ha deliziato con la sua cucina di mare, un pò classica un pò fantasiosa, ma senza eccessi, equilibrata e saporita. Il piatto più “banale” ma più buono in assoluto sapete qual’era? Il polpo con le patate, assolutamente unico, ma anche lo sgombro panato con la riduzione di Nero d’Avola, gli spaghetti con tonno e mandorle… Bravo Gabriele, complimenti!

…Durante un’oretta di relax, concessaci in hotel, abbiamo deciso di stare un pò in piscina, per rinfrescarci. Conoscendo bene la “puntualità” siciliana, consone anche a quella di tutto il sud Italia, non ci siamo molto preoccupati di farci trovare all’ora prestabilita nella hall, ma un quarto d’ora dopo. Sorpresa! Il pullman era già partito (ed è stata la prima e l’unica volta in cui l’orario è stato rispettato). Dire che siamo rimasti male sarebbe esagerato, eravamo piuttosto increduli, ci guardavamo in faccia e ridevamo, ma poi i nostri angeli custodi (Rossella e Pietro) ci hanno mandato il pullmino. Poco male, in attesa abbiamo incontrato anche la nostra adorata Forno Star Stefania e ci siamo concessi un pò di chiacchiere in tranquillità.

Ad ogni modo, il ritardo non era tale, perché l’inaugurazione della manifestazione con il taglio del nastro da parte del sindaco (la simpaticissima Giulia Adamo, molto in gamba) era previsto sul tardi, e poi ulteriormente spostato di una “canonica” mezzoretta.

Perciò ho fatto con calma il giro del complesso monumentale San Pietro, mi son consessa un paio di bicchieri di bianchi in degustazione, mi son fatta sedurre da un rosé (prendete nota!), ho scattato un sacco di foto e, dopo il taglio, mi sono precipitata ad una degustazione che m’incuriosiva, “La Sicilia del Grillo”.

Che dire, quella degustazione (orizzontale) è stata fenomenale, il bravissimo sommelier palermitano, Luigi Salvo, in un’ora ci ha fatto conoscere ben 16 etichette di Grillo, il vitigno autoctono siciliano a bacca bianca, che, trasformato in vino, tra le caratteristiche più o meno comuni, ha gli agrumi, i fiori bianchi, un pò di salinità, un tocco di mineralità e un leggero profumo delle spezie. Indispensabile per i pranzi estivi a base di pesce!..

Non ho potuto partecipare, ahimé, ad altre due degustazioni per via dei “classici ritardi” e anche perché dovevamo andare a cena in una cantina Musita, un pò fuori Marsala, sulle colline. Quella sera faceva freschino, e come se non bastasse, si era alzato il vento, ed io, nel mio superestivo vestitino “fru fru” corredato da un tacco 14, congelata, rischiavo di emulare Marilyn in “Quando la moglie è in vacanza”. E noi, increduli, continuavamo a ripetere:”In Sicilia!.. A luglio!..Fa freddo!..No, non è possibilile!..” Perciò quando ci hanno proposto di visitare la (fresca) cantina (ed erano le undici passate!), l’abbiamo preso come una benedizione.

Morale della favola: siamo partiti per l’hotel a mezzanotte passata, laddove è terminata una lunghissima giornata alla scoperta di Marsala e i suoi Wine.
Davvero enchentée.

Giorno 2

Pensavate avessi finito?.. Ma manco per scherzo! E’ che ho avuto giorni di lavori in casa, ultimi per fortuna, anche se sappiamo tutti che in realtà non finiscono mai; e poi due giorni di depressione che non mi permetteva di scrivere e raccontare, ma anche di fare altro, ero immersa in me stessa, nei brutti pensieri che continuano ad affiorare forti in questi momenti di particolare fragilità… E – “ciliegina sulla torta” – mi sono mangiata anche un mezzo pacchetto di patatine fritte, io che quella roba non mangio mai! Ora mi vien da domandarmi cosa ho bevuto, ma tranne le lacrime non ricordo nulla di strano. Alla fine del secondo giorno però le lacrime si sono asciugate spontaneamente grazie ad una nuova amica, corsa in mio aiuto. Virtualmente, s’intende, ma ciò è bastato per spezzare quella tristezza nel cuore, alla fine stavamo ridendo entrambe, tra confidenze e confessioni. Cosa farei senza le amiche così?..

Marsala invece è stato un continuo scoprire, girare, chiacchierare, ridere, fare amicizia, chiedere, assaggiare (va bene, lo ammetto, mangiare e bere!) e tanto altro. Il secondo giorno (sembra quasi di parlare della creazione del mondo, ma non mi sento dio, anche perché ne abbiamo già uno, intendo, nel web, per chi non lo conoscesse, è @Iddio!) Dicevo, il secondo giorno stranamente è sempre più pieno, più bello, più emozionante, sembra quasi che il primo serve per prendere confidenza, e il terzo va un po’ in discesa o, meglio, tutto comincia a sembrare normale, come se fosse sempre stato così.
Ok, passiamo ai fatti.

Alle 10 eravamo già davanti all’ingresso della cantina Florio. Va bene Champagne a colazione, sono sempre stata favorevole, ma Marsala?.. Nel dubbio bisogna provare, giusto? Cantina a parte, molto bella, suggestiva, con quelle interminabili file di botti che adoro (vorrei avere un rifugio così, tutto mio, una piccola cantina con le botti, dove meditare, lasciando il mondo fuori, oppure fare una cenetta romantica o altro), una sala degustazioni interattiva (carina, ma un pò anonima, preferisco interagire direttamente con le persone e non con il video, vabbéh che vorrei poter litigare con il navigatore, ma un sommelier virtuale è troppo anche per me), la cosa che mi ha colpito piacevolmente era “arredamento da giardino”. Parlo di sgabelli realizzati con le cassette di legno e di botti diventati tavoli. Ovviamente, non sono mancate le battutine del tipo: “Oh, mi sono seduta sul duca!..”

Prima della degustazione però abbiamo fatto una breve esperienza sensoriale, annusando il Marsala del 1939. Adoro queste cose, sono una collezionista di esperienze insolite, dove i sensi (cinque o sei) sono i protagonisti.

Poi un’altra cantina, De Bartoli. Mi avevano anticipato che sarebbe stata un’esperienza particolare, poiché la cantina è molto bella, lui è un personaggio dalla P maiuscola e.. “Vedrai, ti piacerà!”
Mi è piaciuto sul serio. La cantina si trova ad un quarto d’ora di pullman dal centro di Marsala, in campagna, in mezzo alle vigne, con intorno un bel giardino di ulivi e il gazebo dove in seguito abbiamo mangiato. Ma poi quell’aria coloniale, di vita sana, all’aperto, quella rilassatezza che esiste solo al sud… affascinante, magnetico.

Cosa facciamo noi, blogger, giornalisti ecc quando siamo in giro e poi facciamo una sosta?.. Esatto, cerchiamo subito una presa libera. Meno male che prima di andare in giro per le cantine ho avuto un pò di tempo per ricaricare il povero cellulare sfruttato. E proprio lì ho scoperto che esistono le ricariche da cellulari quelle durature, quelle serie, non una cosina che regala solo un 20% o poco più. Grazie a Laura Sbalciero che ha gentilmente risposto a tutte le domande e ha mostrato il miracoloso dispositivo! (Me lo devo ancora ordinare, a volte sono più lenta di un bradipo, ma la scusa c’era: non avevo viaggi impegnativi previsti a breve, oltre Siena. Anzi, visto che tra qualche giorno si riparte, vado subito sul sito. Fatto.)

La visita è stata meravigliosa. Vuoi mettere la bellezza di vedere gli spazi solitamente chiusi, le mie amate botti, gli oggetti antichi, il profumo impregnato di legno, di vino, di vite… Vuoi mettere la prima volta delle bollicine siciliane, Grillo spumantizzato con il Metodo Classico?.. Vuoi mettere un’emozione forte, l’assaggio delle preziose gocce di Marsala del 1903?..Una botte di pregio, nell’angolo più lontano della cantina, praticamente un concentrato solidificato di Marsala vecchio, “diluito” con le annate un pò più “giovani”. Mi vengono ancora adesso i brividi se ci penso, ecco, questa è un’altra perla della mia collezione sensoriale. I brividi del mistero sfiorato.

Il pranzo… il magnifico pranzo al buffet, la quintessenza della terra siciliana: caponata, ricotta di pecora con bottarga e menta, arancine e sfincione, cassata e cocomero. E, naturalmente, il Marsala. Un’estasi pura.

…Certo, un pomeriggio al mare, di un bel blu trasparente con le sfumature verdi, ci sarebbe piaciuto eccome, ma dovevamo accontentarci della piscina in hotel, e comunque una pennichella sotto il sole era indispensabile.
Finita la pausa, quella sera ho azzardato ben due degustazioni di fila, tempo e ritardi permettendo: I Grandi Bianchi di Sicilia (10) e poi il Metodo Classico siciliano (5). Interesante, curioso, da approfondire, ma anche da lavorarci su.

L’ultima tappa della giornata (e avevo già perso il conto di quante ne abbiamo fatto), era la cena nelle cantine DonnaFugata, sempre al centro di Marsala. Non so se volete dare un’occhiata al menù… Non infierisco con le foto del cibo (tartar di tonno assolutamente perfetta, ho fatto il bis!) Le due paste (gnoccoli e busiate), una più buona di un’altra. Pagù di tonno sembrava quasi ragù di carne. E poi le pesche tabacchiere, semplicemente favolose. Per non parlare di una notevole “collezione” di vini esposti da degustare e abbinare, di José Rallo che ha cantato per noi, della visita notturna in cantina ( e mo sta diventando un vizio!), di un’altra amica incontrata, la frizzantissima Scorza d’arancia, alias Claudia! (e meno male che i tacchi 14 non li porto solo io!)

Immagino che dopo aver visto tutti questi bicchieri, non avrete dubbi che “la vita notturna”, la notte bianca, i vari divertimenti o altro non mi avevano minimamente attratto, nemmeno nel pensiero.
Letto, letto, letto!…

Giorno 3

Il terzo giorno all’insegna di Marsala Wine è stato assolutamente straordinario, unico nel suo genere. Le saline dello Stagnone, dove ci siamo diretti al mattino, mi hanno lasciata a bocca aperta: paesaggi lunari, dimensioni extraterrestri, sensazioni spaziali, colori inverosimili. E anche se l’escursione a Mozia è stata annullata, il giro tra le candide distese di sottili lastre di sale, una camminata sui stretti sentieri di pietra (un passo a destra, uno a sinistra – si finiva nel mare di sale), mi avevano appagata di tutto.

Immaginate: intorno tutto bianco, bianchissimo, con delicati riflessi rosa qua e la’ (infatti, nella stagione più tranquilla ci sono anche i fenicotteri), con all’orizzonte i mulini a vento di pietra grezza, e tutto sotto il cielo azzurrissimo, senza alcun compromesso; è uno spettacolo spettacolo indescrivibile, commovente, quello che non si scorda mai e rimane negli occhi e nel cuore.

Dopo la gioia degli occhi però ci aspettavano le gioie del palato: il ristorante Le Lumie immerso nel verde, il cooking show di tre bravissimi chef e, naturalmente, il pranzo a base di specialità locali e d’autore.

Emanuele Russo (rist. Le Lumie) ci ha preparato il cous cous pazzesco, con il pesce (mai mangiato cous cous così buono in vita mia, e mai vista la preparazione dal vivo; peccato che la farina giusta da noi non si trova)

Gabriele Li Mandri (rist. Il gallo e l’innamorata, proprio quello del primo giorno) ha preparato le alici e i gamberi rossi marinati, belli e buoni

Riccardo Sala (rist. Torre d’Occidente) invece ha pensato bene di presentare gli involtini di sarde, squisiti

E poi abbiamo avuto tante di quelle portate, a buffet, che non si contavano più! Carpacci di polpo, tonno e pesce spada, caponata nella millesima versione, melanzane pastellate fritte, salame, bottarga e mosciame di tonno e tanto altro, senza parlare di piatti preparati dai nostri chef.

In quelle occasioni po’ c’è un’altra cosa che conta non poco: la compagnia. Infatti, il nostro era il tavolo più divertente di tutto il gruppo, credo che le nostre chiacchiere e risate non siano passate inosservate.

Per fortuna non dovevamo guidare, così MarsalaWine era rimasta tale anche in trasferta. In serata ci aspettavano altre degustazioni, una su tutte – il Nero d’Avola in 14 versioni. Superbo, davvero, e no solo per il vino stesso, ma anche per l’impegno e la passione del mio sommelier preferito, Luigi Salvo.

Dopo il viaggio nel magico mondo del vitigno siciliano per eccellenza, abbiamo potuto conoscere anche alcuni vini esteri, tra cui bollicine rose’ della Romania, niente male (ma poi il mistero si è risolto, dopo aver saputo che l’enologo è Filippi Mattia, quello “responsabile” anche delle altre bollicine, sempre rose’, Cuvèe Vitese 595 di Colomba Bianca.
Non sono mancati nemmeno i momenti dedicati ai personaggi pubblici e al gemellaggio tra Marsala e Nizza Monferrato, presentato da Giulia Adamo e Gianluca Morino.
Alla fine ci siamo spostati nell’atrio del municipio per gustare alcuni dei prodotti tipici e i piatti preparati dagli chef, tra cui c’era anche Gabriele Li Mandri.

Cosa volere di più? Tanto buon vino bevuto con gusto e degustato con sapienza, tanto buon cibo impossibile da rifiutare, ottima compagnia, un luogo da favola. È stata un’esperienza favolosa che mi ha permesso di conoscere non solo vini e produttori, ma anche il territorio, le tradizioni e le usanze, lo spirito siciliano “in purezza”, l’ospitalità e il calore della gente. In fondo è quello che conta, no?