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Mangiabbinando e risotto al cioccolato

29 Aprile 2009

Finalmente “Mangiabbinando” è arrivato anche a casa mia! Questo grazioso libricino di Stefano Buso,giornalista e critico enogastronomico, noto anche tra i foodbloggers, conquista ancor prima di aprirlo, complice una copertina di un bel rosso lacca. Diviso in 5 parti più una piccola “scuola di cucina”, il librello, come lo definisce amorevolmente Stefano, si legge velocemente, non annoia, ma al contrario, suscita curiosità e, come il flauto magico, invita a seguire i propri istinti. In cucina.

Premetto che la mia recensione non lo è in realtà, ho solo provato ad “indossare” il libro, a “misurarlo”, a rispecchiarmi nelle considerazioni di un altro gourmet e buongustaio, a verificare quanto si avvicina a me, ai miei punti di vista e alla mia cucina…
Quindi niente critiche serie, niente recensioni professionali, ma solo le impressioni personali.

Ho letto le sue “Ghiotte considerazioni” in meno di un’ora, ma nessuno degli argomenti affrontati mi ha lasciata indifferente. Diciamo che non sono esattamente una tradizionalista, mi piace provare gli abbinamenti insoliti e anche discutibili e, finalmente, ho incontrato una persona che mi ha superata in “stranezze”. Ovviamente, mi riferisco a “Drink e cibo” (quinta parte), dove Stefano ci invita ad azzardare l’accostamento tra superalcolici e antipasti, frutti di mare compresi. Ci penserò, promesso!
Alcune altre proposte, come ad esempio, l’abbinamento tra la pizza e il vino (prima parte), non mi sono nuove, anzi, in casa mia vanno praticate spesso. Il problema è un altro: andando fuori, è difficile trovare in pizzeria una carta di vini decente, quindi la (mia) scelta di prendere l’acqua frizzante è quasi scontata.
Purtroppo la seconda parte, dedicata alle birre, l’ho letta, ma con il mio grande dispiacere, non l’ho sentita, semplicemente perché in vent’anni non sono riuscita ad amare e apprezzare le birre ( e ci ho provato, parola d’onore!)
La terza parte, dedicata ai tè e cibi, la conosco abbastanza bene. Sapete, in Russia si beve moltissimo il tè, spesso anche come accompagnamento dei pasti, e non parliamo degli spuntini e dei tè pomeridiani o serali!
Il capitolo preferito?.. Ovviamente, il quarto, “Il piacere di modificare una ricetta”, cosa che faccio molto, ma molto spesso! E su almeno una cosa io e Stefano siamo assolutamente d’accordo: il piatto che si presta benissimo alle modifiche più incredibili, è il risotto! Infatti, era da un po’ che volevo mantecare il risotto con il cioccolato, ma per vari motivi non l’avevo ancora fatto. Invece oggi…

Il classico risotto fatto con il vialone nano, lo scalogno soffritto in un goccio di olio e di burro, cotto con il leggero brodo di pollo; l’ho mantecato con la ricotta di mucca, il cioccolato fondente al sale e un pizzico di peperoncino. Delizioso, insolito e appagante!
Ecco, forse andrebbe abbinato a un bicchierino di rhum!

Risotto con cioccolato, ricotta e peperoncino

200 g di vialone nano
1 cucchiaio di olio
1 cucchiaino di burro
1 scalogno
50 ml di vino bianco
500-600 ml di brodo di pollo
125 g di ricotta
20 g di cioccolato fondente al sale
1 pizzico di peperoncino

– tritare lo scalogno, soffriggerlo nell’olio con il burro; tostare il riso e sfumarlo con il vino

– portare il risotto a cottura, aggiungendo un mestolo per volta di brodo caldo

– quando il risotto è al dente, mantecarlo con la ricotta, il peperoncino e il cioccolato grattuggiato (lasciandone un pò da parte)

– servire il risotto , grattuggiando il resto di cioccolato sopra

…Potevo non tentare di conoscere meglio l’uomo che incuriosisce tanto il mio essere cuoca, amante della buona tavola e giocatrice d’azzardo in cucina?.. Avevo proposto a Stefano di invertire per una volta i ruoli, e invece di intervistare lui, essere intervistato da me. Dapprima titubante, ma poi convinto e, spero, divertito, Stefano Buso mi ha concesso la sua esclusiva intervista!

1. Stefano, come nasce la tua passione per il cibo?
Perché il cibo più di qualsiasi altra realtà è in grado di compiere dei veri miracoli e, oltre a questo, seduce come poche altre cose…

2. Perché sei diventato il critico gastronomico e non uno chef?
Considero il mestiere del cuoco un’arte assoluta. Naturalmente per svolgerlo la passione non basta come è pur vero che scrivere di cibo non è ufficio solo per golosi, come erroneamente si pensa – ma la capacità o semplicemente la sensibilità di descrivere e poi evocare il gusto o un sapore. Tra le righe di uno scritto di gastronomia accade proprio questo. Ora – io non amo le definizioni – ma una parte del mio lavoro può essere critica, o umana descrizione vitae.

3. Perché pensi che i foodblog non sono da sottovalutare?
In verità ritengo che ci sono foodblog da sottovalutare e altri no, come avviene per qualsiasi altra forma espressiva. Genericamente sono spazi di libero pensiero curati da persone autonome da ogni linea o progetto editoriale chiuso. In apparenza non hanno alcuna limitazione. Va da sé che è impossibile sottovalutare queste pulsanti realtà della comunicazione. Rispetto ai foodblog di altre nazioni, quelli locali sono dedicati unicamente al cibo – mentre altrove gli argomenti hanno molteplici e svariate declinazioni…

4. Il tuo libro di cucina preferito
Come autrice, apprezzo molto Roberta Schira. Il suo “Piazza Gourmand” è un libro che mi ha appassionato ed emozionato non poco…Recensirlo mi ha fatto particolarmente piacere.

5. L’attrezzo di cucina che ami usare di più
Il trinciante ben affilato per battuti e tagli veloci, tecnica con cui mi sono esercitato con la complicità di un’amica chef austriaca. Vorrei significare come molti utensili di cucina implicano precisione, energia, forza, vigore…Forse come in nessuna altra realtà!

6. Il tuo piatto preferito
Mi piacciono i piatti frugali dove ogni ingrediente è visibile, chiaro e autentico. Da veneziano il pesce è sempre stato protagonista nella mia cucina. I primi di pesce, in particolare il risotto ai frutti di mare. Ultimamente preferisco molto le capesante grigliate, aromatizzate con poco aglio e paprica e abbinate al cognac…

7. Quale cucina ti piace di più?
In particolare tutte le cucine del mediterraneo dove i colori dei cibi assumono forme di mosaici e i profumi fragranze fresche e inebrianti. Questa cucina in realtà è in ogni angolo del mondo, basta saper scavare, cercare…fiutare.

8. Il vino che ti ha sedotto
Inconfutabilmente lo champagne, celebrato nelle pagine di grandi libri, poesie e arte. Non scordiamo il cinema che spesso lo ha esaltato con ragione. Infinite bollicine, maliziosa freschezza, colore cristallino per un vino che ha dipinto la storia ed è storia…

9. Cosa prepareresti per conquistare una donna?
Cucinare per una donna (e viceversa) è un atto d’amore che emoziona. È anche un modo avvincente per concretizzare una passione e trasmetterla alla propria partner. Un piatto che racchiuda nella sua essenza il calore e la freschezza, come delle linguine fredde condite con astice saltato, pomodorini, peperone rosso in dadolata minuscola, pochissimo tabasco, poco succo d’arancia e una lieve spruzzata di cerfoglio. Con champagne, ovviamente…

10. Il tuo sogno gastronomico proibito
Scrivere un romanzo dove il cibo possa essere elemento univoco tra piacere e possessione, descrivendo sogni e desideri culinari. Sogni impossibili naturalmente. Fantasticare dunque attraverso il cibo vero spartiacque tra cultura e stato di natura. Da secoli oltre a nutrirci offre un senso alla nostra effimera esistenza…