Pasqua russa, uova e kulich
ricette

Pasqua russa, Paska e uova colorate

17 Aprile 2009

Pasqua russa, uova e kulich

Forse sapete che Pasqua (che quest’anno si celebra il 19 aprile) per gli ortodossi è la ricorrenza più importante, al contrario dei cattolici che celebrano di più Natale.

A partire da Giovedì Santo in Russia si comincia a preparare i cibi tradizionali, compresi quelli rituali per il tavolo pasquale. Quelli che non possono mancare mai, sono tre:
le uova, spesso dipinte ad arte e benedette in chiesa, che poi venivano sistemati sul piatto con dei germogli del grano; i kulichi (i pani dolci), sempre benedetti, e la paska (una sorta di cassata). Tutti i tre hanno un significato particolare ognuno: l’uovo è considerato il simbolo della rinascita, il kulich si prepara in ricordo di Cristo che mangiava il pane con i suoi allievi perché credessero alla sua risurrezione. La bianca paska, invece, rappresenta l’agnello sacrificale.


Dunque, dicevamo che I preparativi per la Pasqua iniziavano il giovedì della “grande settimana”, chiamato il Giovedì Pulito; quel giorno veniva dedicato alle pulizie, alla colorazione delle uova, alla cottura dei dolci e all’addobbo della casa con i fiori. In tarda notte si preparava l’impasto per i kulichi per poterli infornare il giorno dopo (di questo parleremo domani). Di sabato, invece, la gente portava in chiesa le uova e i kulichi per farli benedire.

A parte “quei tre”, il tavolo pasquale era stracolmo di altri cibi: si arrostiva l’agnello,
il prosciutto di maiale e un bel pezzo di vitello, ma tutto ciò non si serviva mai caldo, così come non si mangiava mai pesce. E non parlamo di altri dolci: i soffici babà e i prjaniki al miele i vari lievitati a forma di agnellini, allodole e galletti. Insomma, il menù era sempre ricco di golosità e ognu piatto era addobbato con i fiori, veri e finti, fatti di carta colorata.

Tutti questi cibi, almeno tempo fa, si potevano gustare solo una volta all’anno.

Arrivata la domenica di Pasqua, per prima cosa si regalano le uova a tutti, ricevendone altri in dono, e dicendo “Christos voskrès!” (Cristo è Risorto!). La risposta è “Voistinu voskres” (‘Veramente è risorto’)

L’usanza di regalare le uova è molto antica, le sue origini risalgono a prima di tempi di Cristo. Era una sorta di augurio per i compleanni e anche a Capodanno. Nel Cristianesimo l’uovo rosso è diventato simbolo di resurrezione e di sangue di Cristo, per questo le uova pasquali devono essere di un bel colore intenso che si ottiene grazie alla quantità notevole di bucce di cipolle.


Ma come per ogni cosa, esiste una spiegazione molto semplice per quanto riguarda la tradizione di regalare a Pasqua le uova colorate.
Durante la Quaresima non si poteva mangiare le uova, ma vallo a spiegare alle galline! E così, per non sprecarle, le facevano bollire, ma per non confondere le uova crude e quelle sode, nell’acqua della bollitura aggiungevano le bucce di cipolle.

Colorare le uova è molto semplice: basta prendere una manciata di bucce di cipolla (quella bionda per ottenere il colore arancione e quella rossa per il colore violaceo), le uova (preferibilmente con il guscio bianco), sistemarli nel pentolino e versare l’acqua. Far bollire le uova con le bucce 10 minuti, poi lasciarle raffreddare nella stessa acqua fino al giorno dopo per ottenere la colorazione più intensa.

“Paska”, una sorta di cassata di tvorog (ricotta), è arricchita con smetana (panna acida),
burro, uova, zucchero, vaniglia, mandorle, uvetta ecc. Considerato l’impegno, è proprio buona.


Paska zarskaja

1 kg di tvorog
5 uova
400 g di smetana
200 g di burro ammorbidito
1 tazza di zucchero
½ tazza di mandorle
½ tazza di uvetta
un pizzico di vanillina

– Setacciare il tvorog in una grossa scodella, aggiungere il burro, la smetana e le uova, mischiare tutto con un cucchiaio di legno e cuocere il composto a bagnomaria quasi fino a ebollizione, mescolando sempre.

– Poi sistemare la scodella nel recipiente pieno di ghiaccio e acqua fredda per raffreddare in fretta, mescolando per accelerare il processo.

– Nel frattempo tritate le mandorle, ammollare e strizzare l’uvetta. Aggiungere al composto freddo lo zucchero, la vanillina e la frutta secca, mescolare accuratamente.

– Prendere uno stampo a forma di cono o di piramide con un foro all’estremità e ricoprirlo internamente con un canovaccio umido.

– Mettere il composto nello stampo, premendo bene, coprire con i lembi di canovaccio e appoggiare sopra qualcosa di pesante, ad esempio, un piattino con sopra delle lattine con i pelati. (Se non avete uno stampo adatto, potete usare un piccolo colapasta.)

– Mettere nel frigorifero per 24 ore.