remise en forme

Remise en forme. Provocazione. Quello che penso davvero.

2 Marzo 2018

Sarà un post piuttosto provocatorio, in quanto il mio pensiero non è esattamente allineato con il pensiero comune.Ora più che mai sono profondamente convinta che il dimagrimento e la rimessa in forma, ovvero, la remise en forme, sia possibile a qualunque età e in qualunque condizione.
Mi spiego.
Fino a qualche tempo fa dicevo, convinta: eh, a 25 anni si dimagrisce in 2 giorni, a 30 ci si mette molto più fatica, dai 40 e in poi oramai è complicatissimo, quasi impossibile. Vero, ma solo in parte: da giovani si dimagrisce prima e più velocemente, ed è normale, ma è altrettanto vero che si dimagrisce a tutte le età, con l’impegno e con l’approccio diversi.

Inoltre credo che ci siano troppe scuse che ci fanno mettere l’animo in pace: il metabolismo che non va, le ossa grosse, i problemi ormonali, la costituzione e via dicendo. Ci saranno anche i casi con i problemi ormonali, ma sono molto meno rispetto a quello che ci fanno credere. Quelle sono le scuse per propinarci la liposuzione, il bendaggio gastrico o, addirittura, per crearci un alibi per non fare niente, “tanto è inutile, allora mettiamoci la pietra sopra e mangiamo per dimenticare”.

Sono profondamente convinta, dopo che ho portato avanti con successo il mio programma/stile di vita Remise en forme, che quello che conta, non è l’età e la condizione fisica, ma la disciplina, l’autocontrollo, la volontà e l’amore verso se stessi. Anche perché avere meno peso significa migliorare la salute, alleggerire le gambe e dare il sollievo ai piedi. Insomma, il corpo non avrà che da ringraziarvi. E poi, anche se è discutibile, credo che molti problemi si possono migliorare, se non risolvere, con l’alimentazione corretta e aggiustata su misura. Ovviamente, non parliamo di tumori e di altre malattie gravi, ma di pressione, di colesterolo, dello stato di pelle e di capelli.

Ma davvero-davvero preferite prendere compresse e pasticche invece di correggere e ridimensionare l’alimentazione?

Anche se qui rischiamo di cadere nella trappola opposta, quella dei cosiddetti “superfood”. Nessun alimento in sé, che sia una bacca che cresce su un cucuzzolo dell’Himalaya, i semi del deserto della Mongolia o un’alga raccolta in mezzo all’oceano, fa miracoli. Ricordate, anni fa si parlava di ananas, ovvero, del suo gambo che fa dimagrire, poi di papaya, poi non ricordo di che altro? È vero, contengono le sostanze che aiutano, ma che bisognerebbe consumarle in quantità industriali che nessun essere umano possa fare, per ottenere i benefici annunciati. La stessa cosa vale per vari bacche di goji e semi di chia, e nemmeno avocado o acqua di cocco sono la panacea per i vostri mali.

La vera panacea, se cerchiamo i miracoli, non esiste, ma esistono gli alimenti da privilegiare rispetto agli altri, da bilanciare il rapporto calorico e le sostanze nutrienti, e soprattutto c’è l’organismo da ascoltare e da creare l’alimentazione personalizzata e consapevole. Quindi, magari non un cheeseburger, ma un pesce al forno, non le patate fritte, ma un piatto di verdura al vapore, e non una fetta di torta con la panna, ma frutta fresca. E se viene voglia di pizza, perché no? Non solo fa parte di cucina mediterranea, sana e salutare, ma è anche patrimonio dell’Unesco.
E non dimenticate un po’ di attività fisica da associare che non fa mai male!

Ho ragione?